A distanza di ormai vent'anni dalla sua prima pubblicazione, "Il pensiero bastardo" ritorna in libreria in una nuova edizione. L'autore, in quelle pagine, si interrogava sulla natura paradossale della "raffigurazione". L'immagine è infatti una soglia immateriale che mette in comunicazione il visibile e l'invisibile, prestandosi così ad una duplice lettura: quella razionale che ne vuole decifrare il significato e quella sensibile invece a quanto l'immagine ha in sé di eversivo e di irriducibile all'ordine del significato. Questa dicotomia nella definizione dell'immagine attraversa come un filo rosso la storia del pensiero occidentale. Platone, nel Timeo, l'aveva definita un modo di pensare "bastardo", distinguendolo tanto da quello razionale-discorsivo quanto dal mero "opinare" della conoscenza sensibile.