MARTI E VENARE (Storia in dialetto vicentino de do tosi che se gà amà) è un libro un po’ particolare, a tratti molto particolare. La narrazione (la storia di due ragazzi del proletariato dell’hinterland vicentino) sceglie la lingua, appunto, del dialetto vicentino, facile per noi da parlare ma non altrettanto da scrivere.

Libro particolare perché la storia di questi due ragazzi e dei personaggi che li circondano va a sposarsi con vari “registri”: quello della musica, quello filosofico, quello cinematografico, quello letterario, e infine quello autobiografico e meditativo dell’autore (io narrante nel libro), della sua esperienza di ascolto di persone che portano il loro dolore, ma anche la loro piccola gioia.