Il brigante
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Prezzo online: € 19,00
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ISBN:
9788854514614
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Editore:
Neri Pozza [collana: Bloom]
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Genere:
Narrativa
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Dettagli:
p. 336
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
Nel 1951, l'anno in cui pubblica "Il brigante", Berto č gią uno scrittore affermato. I due libri precedenti, "Il cielo č rosso" e "Le opere di Dio", composti nell'isolamento del campo di prigionia di Hereford e apparsi tra il 1947 e il 1948, erano stati accolti favorevolmente in Italia e all'estero, dove la stampa non aveva mancato di accostare lo scrittore ai maestri del neorealismo cinematografico italiano. Con "Il brigante", Berto decide dunque di rendere aperto omaggio al romanzo al cui centro vi siano scottanti problemi sociali - dirą successivamente di aver scritto un libro «marxista» -, alla maniera dei narratori che, come mostra Gabriele Pedullą nello scritto che accompagna questa edizione, orbitano, in quella stagione letteraria, «attorno a Elio Vittorini e si riconoscono genericamente in un movimento neorealista dalle molte facce diverse». Traendo ispirazione da un fatto di cronaca, Berto narra la vicenda di Michele Renda, giovane reduce di guerra che, tornato nel villaggio natio tra i monti della Calabria, ingiustamente accusato di omicidio, si dą alla macchia e diventa un brigante. Una storia che consente all'autore del "Cielo č rosso" di porre in risalto «il conflitto assoluto di Bene e di Male, lo scandalo della virtś perseguitata, la riscossa delle vittime innocenti» (Gabriele Pedullą), e di comporre pagine particolarmente felici sulla vita delle campagne calabresi in un momento di radicale trasformazione. Come, tuttavia, Berto farą notare nella prefazione all'edizione del 1974, "Il brigante" non č un romanzo interamente ascrivibile al neorealismo, al movimento culturale, cioč, che mirava alla «rigenerazione morale del paese» e al «raggiungimento d'una decente giustizia sociale». Michele Renda, il suo protagonista, č un «sorpassato», un uomo «indissolubilmente legato al mondo arcaico dell'odio, del tradimento, della vendetta» e la comunitą in cui si muove, animata da dicerie, č quanto di piś lontano dal grande mito della «comunitą organica». In realtą, gli elementi psicologici propri della scrittura di Berto, quelli che troveranno la loro massima espressione nel Male oscuro, sono gią presenti in questo romanzo in cui un eroe, estraneo e irriducibile al suo mondo, č mosso da un universo interiore nel quale bene e male sono divisi soltanto da un esile filo. Nel 1961, Renato Castellani trasse dal Brigante un film giudicato da Berto il migliore di tutti i film tratti dai suoi romanzi, e dalla critica odierna un capolavoro della cinematografia italiana.
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