Razzismo di Stato. Stati Uniti, Europa, Italia
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Razzismo di Stato? A molti l'espressione sembrerà sopra le righe, eccessiva, pessimistica. Ma una impressionante catena di fatti attesta che in Europa il razzismo è in forte ascesa, a cominciare dall'Italia. E il motore di tale ascesa sono proprio gli Stati e i governi: con le loro leggi speciali contro gli immigrati, i loro arbitrii amministrativi, le loro selezioni "razziali" tra immigrati desiderabili e indesiderabili, le loro operazioni di polizia, i loro campi di internamento. I motivi-chiave di questo revival del razzismo di stato sono l'islamofobia, la criminalizzazione dei "clandestini", la persecuzione dei rom. Ma in un modo o nell'altro, in una circostanza o nell'altra, i lavoratori e le popolazioni immigrate di tutte le nazionalità si vengono a trovare nel mirino dei poteri costituiti, anche quando sono perfettamente in regola con le norme discriminatorie che li riguardano. Tramonta così, sul nascere, il timidissimo multiculturalismo europeo, e torna in pista, alla grande, l'assimilazionismo di stampo coloniale. Con tanto di "carte dei valori" italiani, francesi, britannici, occidentali, su cui si intima agli immigrati di giurare fedeltà a quelle stesse società ed istituzioni, che stanno riducendo i loro già limitati diritti, ridicolizzando le loro culture, negando le loro aspettative di riscatto. Con una documentazione amplissima, frutto di solide ricerche, questo libro analizza i legami tra razzismo di stato, razzismo dei media e razzismo popolare.
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