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La fidanzata del presidente. Sesso, politica e informazione. Storia di un rapporto tempestoso

di Roidi Vittorio

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Contenuto

"Un giorno d'estate l'onorevole Oscar Luigi Scalfaro, futuro presidente della Repubblica è alla trattoria, la "Chiarina", di via della Vite. È il 20 luglio del 1950. All'ora di pranzo la temperatura è soffocante, ma il deputato non tollera che una giovane signora sia seduta a tavola con le spalle nude. Edith Mingoni, che da sposata si chiama Toussan, è una bionda trentenne, ha un vestitino a fiori, leggero (quello che una volta si chiamava "prendisole") e per vincere il caldo si è sfilata il bolerino. Scalfaro, 32 anni, magistrato, cattolico di ferro, la vede e non sopporta quelle spalle scoperte: "È uno schifo, una cosa indegna, vomitevole. Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è vestita in quel modo è una persona disonesta. Le ordino di rimettersi il bolero!". Ne nasce un alterco furibondo. Un altro parlamentare, l'onorevole Sampietro, dice alla donna: "Lei vestita così somiglia a una bestia!" e la rissa si conclude con l'arrivo di due agenti di polizia, i quali, chiesto e ottenuto che la signora indossi il famoso bolero, portano tutti al commissariato. Episodio gustoso, che i più riterranno avvenuto almeno un secolo prima e che invece dipinge perfettamente quale fosse, sessanta anni fa, il significato del termine pudicizia, almeno per alcune persone. Il padre della signora aggredita, colonnello dell'aviazione, arrivò a sfidare a duello il deputato democristiano, che peraltro si sottrasse alla tenzone (i padrini lo cercarono invano per tutta Roma)."

Vuoto