Che fine ha fatto il tuo cuore. Storie di figlie. E di madri incapaci di amare
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Ci sono parole per raccontare la ferocia dell'amore materno? La più tragica, la più diffusa e taciuta, delle incapacità di amare? Stefania Rossotti prova a farlo, ascoltando le figlie, diventate adulte. Raccogliendo storie quotidiane, eppure fortissime. Storie uniche, private, ma in cui ogni donna può scoprire un pezzo di sé. La figlia che è stata, la madre che è oggi. O la madre che non ha potuto, o voluto, essere. Per fermare la catena di quel disamore: di madre in figlia. C'è la madre che muore di cancro, e anche in ospedale allontana la figlia da quel mondo tutto suo, negandole la possibilità di curarla, di accompagnarla alla fine, di volerle bene. E c'è la figlia, invece, che vuole poterle ricordare, quelle loro ultime ore. Vorrebbe una carezza. La prima. C'è la madre spietata, pietrificata dalla perdita di un figlio, il primo, che le ha portato via tutto l'amore di cui era capace. E c'è la figlia che non si sente abbastanza figlia per obbligarla a essere ancora madre. C'è la mamma che ha deciso di morire suicida, e la figlia che ha cercato di dimenticarla fino a oscurarne il viso. E che oggi ha paura di provare nostalgia, al punto da cancellare i volti dei suoi stessi figli quando è lontana da casa. C'è la mamma che ha assistito, per anni, in silenzio all'abuso della sua bambina, che è riuscita a sopravvivere, ma non a perdonarla. Madri feroci e fragili. E figlie, soprattutto. Per loro c'è il sollievo del racconto, la possibilità di ritrovarsi lì dove tutto è cominciato: in quel primo terribile amore.
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