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L'imponente attività giornalistica di Vincenzo Cuoco, relativa al periodo da lui vissuto nella Milano cisalpina (nel 1804 al "Giornale Italiano") e al periodo napoletano (1806-1815), non può essere considerata minore o marginale rispetto alle opere più note, il famoso "Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli" e il "Platone in Italia". Essa, al contrario, va considerata il precipitato o l'origine degli scritti ritenuti più impegnativi e, insieme con questi, configura la rigorosa filosofia pratica del Cuoco. Negli scritti giornalistici Cuoco saggia le sue idee politiche, storiografiche e filosofiche in vista del programma che, prima come giornalista a Milano e successivamente come importante personalità di governo nella Napoli napoleonica, mira a realizzare per la costruzione di un moderno Stato di diritto in Italia. Un materiale consistente ma che è stato, fino ad anni recenti, sostanzialmente sconosciuto. Basti ricordare che del corpus di ben 354 articoli, fino al lavoro di Domenico Conte e Maurizio Martirano, si conoscevano soltanto i 32 testi editi da Nino Cortese e Fausto Nicolini nei due volumi di "Scritti vari", raccolti nel 1924 nella collana laterziana degli "Scrittori d'Italia". In conclusione questo volume rappresenta uno dei momenti più importanti del nuovo corso degli studi su Vincenzo Cuoco, di cui la importante edizione delle opere complete, diretta da Antonino De Francesco e Luigi Biscardi, rappresenta la più rigorosa configurazione.
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