Menae patricii cum Thoma referendario. De scientia politica dialogus
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Composto probabilmente a Costantinopoli all'inizio del regno di Giustiniano nell'ambiente bilingue dei dotti che contribuirono alla monumentale attività giuridica dell'imperatore, questo dialogo greco di stile platonico "sulla scienza politica" fu giudicato da Agostino Pertusi come opera "del miglior pensatore di quel tempo". Nel tentativo di delineare l'immagine di uno Stato ideale, i due interlocutori non solo cercano di elaborare una compiuta filosofia del potere imperiale, ma dibattono i problemi concreti del mondo loro contemporaneo. La struttura e l'addestramento dell'esercito, l'analisi della società, la questione dei 'demi' e il ruolo della vita cittadina, l'organizzazione della burocrazia, le norme per la successione al potere imperiale, i fondamenti metafisici dell'autorità del 'basileus' sono alcuni dei soggetti discussi nelle parti conservate del dialogo. Scoperto in un palinsesto vaticano dal cardinale Mai, il quale ne pubblicò nel 1827 un'edizione provvisoria, gravemente mutila e scorretta, fu offerto vent'anni fa in una sostanziale princeps dal curatore, che ne presenta ora una seconda edizione con il recupero completo del testo, con una nuova traduzione più fedele allo stile del greco, con una prefazione più ricca e con maggior cura nella ricerca delle fonti.
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