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Unità dell'intelletto. Testo latino a fronte

di Tommaso D'aquino (san)

Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Il Trattato sull'unità dell'intelletto, che in alcuni manoscritti reca nel titolo l'aggiunta contra Averroistas (Parisienses), è rivolto principalmente alla confutazione dell'interpretazione della psicologia di Aristotele data da alcuni "avversari", che risultano essere discepoli latini di Averroè. Verso la fine del trattato Tommaso si lamenta di un maestro che, pur dichiarandosi cristiano, sostiene posizioni inconciliabili con la dottrina rivelata: si tratta di Sigieri di Brabante, presentato come un sostenitore della tesi dell'unicità dell'intelletto possibile per tutta la specie umana. Il trattato comprende cinque capitoli, raggruppabili in due parti: nella prima parte Tommaso dimostra, sulla base dei testi di Aristotele e di argomenti razionali, che l'intelletto possibile non è una sostanza separata nell'essere dall'uomo; nella seconda parte si adducono argomenti contro l'unicità dell'intelletto per tutti gli uomini. Tommaso riferisce anche l'interpretazione peculiare di Sigieri circa l'unione dell'intelletto come "motore" del corpo, e la respinge perché non offre una spiegazione soddisfacente del carattere personale del pensare del singolo uomo. La soluzione proposta consiste nel rivendicare l'individualità dell'anima intellettiva, la quale è forma sostanziale del corpo ed è insieme sussistente, dotata cioè di autonomia nell'essere rispetto al composto. La tesi, speculativamente ardita, comporta la convinzione che l'essere forma non implica la dipendenza dell'anima dall'essere del composto come accade alle altre forme, per cui l'anima può avere una facoltà e un'operazione cui la materia è estranea. In questo modo Tommaso salvaguarda l'immortalità dei singoli uomini, la cui anima sopravvive alla corruzione del corpo. Questa edizione è curata da Alessandro Ghisalberti, già ordinario di Storia della filosofia medievale alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il testo a fronte riproduce l'edizione critica di Keeler (1936), accolta con minime varianti dalla edizione Marietti (1954) e dalla edizione Leonina (1976).

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