Per la vita e per la morte! Adolfo Matteucci il più fascista di Perugia
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Più fascista di Mussolini... fu Adolfo Matteucci, nella vita e soprattutto nella morte che affrontò con un coraggio più grande di quello del dittatore e una serenità dovuta alla consapevolezza di aver sempre fatto, pur con degli errori, il proprio dovere. Nato nel 1912 da una modesta famiglia contadina nel comune di Passignano, a quattro anni perse il padre, caduto nella Grande guerra. Cresciuto, con la sorella, dalla madre che provvide all'educazione, anche culturale, dei figli, affascinato dal mito del Duce, visse la giovinezza nel "culto del littorio" con passione, ma sempre con spirito critico nei confronti del regime. Legionario in camicia nera, volontario pluridecorato nella guerra di Spagna, nei Balcani e in Russia tra il 1941 e il 1942, sergente della Polizia provinciale durante la RSI, fu processato in un'atmosfera da bolgia infernale per avere, su ordine superiore, ucciso con due colpi alla nuca Marcello Lisa, disertore della GNR. Condannato a morte il 4 luglio 1945 dalla Corte d'Assise di Perugia - unico caso di esecuzione in questa città per sentenza italiana - venne fucilato il 7 marzo 1946, tre mesi prima dell'amnistia Togliatti entrata in vigore il 22 giugno. In queste pagine il lettore conoscerà gli ideali, i sogni e le delusioni di un uomo che improntò ai valori del fascismo la propria vita, senza rinnegare niente, senza tradire i camerati, né invocare alcuna grazia.
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