"Scrivendoci per oltre quarant'anni ho lasciato che due agende si riempissero dell'inchiostro di una penna a sfera mentre, metaforicamente, le loro pagine si ingiallivano. Infarcite di rime, dal mio relativo talento baciate, ho percorso silenziosamente quanto a volte avrei voluto urlare. Uscendo dal mio io più interiore, ho cercato che l'ironia talvolta potesse scacciare la malinconia, che l'irriverenza trasudasse di libertà di coscienza. Appartenente ad un popolo a cui piace autodefinirsi di 'santi, poeti e navigatori', accantonata la prima categoria per ormai datato e non celato abbandono dello spirito religioso, impraticabile la terza categoria per incapacità natatorie e difficoltà di adattamento alla navigazione, non mi restava che tentare di rientrare nella categoria dei poeti..."