Per l'autore c'è una umanità dormiente. Gli esseri anziché essere protagonisti della propria vita la subiscono fatalisticamente e ignorano le grandi potenzialità di cui dispongono. Trascurano ad esempio la loro creatività. Potrebbero vivere sani semplicemente prendendo atto che il corpo si ammala per la distonia tra le esigenze interiori che abbiamo e i comportamenti che invece sono inadeguati. Non riescono a vivere il loro presente e si fanno stressare dall'ansia del futuro o deprimere per cose passate. L'autore fa una proposta originale che sostiene che la Perfezione è ovunque e basta cercarla. "Tutto è perfetto" non è solo un mantra ma diventa un viaggio interiore per scoprire che ogni cosa ha il suo motivo d'essere. Invita a guardare la vita da una prospettiva più ampia, in cui nulla è un errore e ogni tappa, anche la più dura, e un pezzo fondamentale del percorso. Il libro induce a riflessioni profonde e il fatto che è scritto usando i verbi solo al presente è già uno strumento che induce il cambiamento. Il lettore rischia di trovarsi a sperimentare consapevolezze mai vissute prima senza sforzo, senza fatica... semplicemente leggendo.