"La lingua di Keats è meravigliosamente visiva, incantevole, incisiva e subito sfuggente. Come musicata su un sottofondo ipnotico. Fantasmatica, e Francesco Dalessandro sa cogliere la verità e insieme l'apparente fugacità di queste apparizioni, modula un verso keatsiano in italiano, impresa ardua, e rapinosa, che conosco. La poesia di Keats non è mai accompagnata da musica, né da musica ispirata: il suono vellutato e fluente e incantante pare quintessenzialmente musica, e prova che la musica in origine, cerchi e pretenda la parola. Almeno così io la intendo, e il poeta che traduce il poeta di Bright star, in questa mirabile Fammi lezione, musa ci fa entrare in una sfera di suoni acquei, di avvenimenti equorei che una voce ridesta fino a una nuova sorgente, versi che scorrono, ruscellando". (Roberto Mussapi)