Bambini esposti. L'infanzia nel ventre della cultura occidentale. Implicazioni dinamiche ed etiche
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L'esposizione dei bambini ripudiati dal padre è una pratica risalente all'antica Grecia, allora accettata e giustificata da retaggi magico-rituali, il cui scopo primario era, tuttavia, l'eliminazione degli esseri deformi e, per questo, "indegni di vivere". Tra i piccoli esposti moltissime erano le bambine. Oggi la ragione di questa pratica può essere ricercata nelle difficoltà economiche e nell'inerzia delle società antiche, così come le pratiche antifecondative e l'aborto trovavano la loro giustificazione nel fatto che il fanciullo era considerato un essere debole e senza importanza. Questo libro analizza le infinite sfaccettature di una pratica culturale antica eppure sempre attuale. A distanza di secoli, nel nostro mondo moderno, ci sono ancora bambini che sono concretamente ripudiati dal padre (rappresentato oggi dalla società o dalle istituzioni) e vengono dunque "esposti". Anche oggi, molte bambine sono esposte al sopruso di adulti perversi, talvolta addirittura con il consenso materno, e, a un secolo ormai dall'affermazione della psicologia evolutiva e dinamica, la stessa pedagogia familiare e scolastica continua a mantenere assunti didattici aberranti.
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