Roma, estate 1993. Adriana F., comunista disillusa e madre intermittente, si ritrova separata, senza lavoro e con un ex marito che, in cambio dei figli, pretende da lei un'improbabile svolta professionale. L'unica occasione è un impiego assurdo: fare la PR per Ivana L., intellettuale di origine polacca, ossessionata dall'anticomunismo e dalla fatica come forma di redenzione. L'equilibrio già fragile tra le due esplode a Tel Aviv, quando Adriana si invaghisce di Aaron Levi, ebreo ricchissimo e inviso a Ivana. Ma il vero detonatore è Carolina, la figlia ventenne di Ivana: vuole farsi suora, digiuna per protesta, parla con Dio e scompiglia ogni ruolo. Attorno a lei - e all'ombra di Svevo, padre di Carolina, regista generoso, ex di Ivana e nuovo amante di Adriana - si ridisegna il campo di battaglia tra due donne agli antipodi. Vent'anni dopo, Adriana ricostruisce la storia come un'indagine sentimentale e politica, tra ideologie a pezzi, legami di sangue, corpi affamati e desideri incrociati. Un romanzo spietato e ironico sul caos che resta quando le convinzioni crollano.