Hilda e il Che. La sua rivoluzionaria compagna peruviana
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La prima moglie del Che - la peruviana Hilda Gadea Acosta (morta di tumore nel 1974) - fu al suo fianco negli anni tempestosi del Guatemala e del Messico. Madre di Hildita - la figlia adorata dal Che - continuò l'attività politica anche dopo la tragedia boliviana. Quando suo fratello Ricardo, organizzatore della guerriglia del Mir peruviano (ancor oggi attivo, membro della fondazione Guevara e collaboratore di questa casa editrice) finì in carcere, Hilda si mobilitò per liberarlo. In realtà per liberare lui e altri celebri prigionieri politici, come Hugo Blanco, Héctor Béjar, Elio Portantiero. Per questo Hilda venne a Roma nel 1969 e nel 1970, per dar vita a un Comitato di solidarietà, la cui direzione fu affidata al 23enne Roberto Massari, ma di cui facevano parte intellettuali di spicco come lo scrittore Roberto Giammanco, il pittore Ennio Calabria e il musicista Luigi Nono, mentre intorno gravitava un mondo di giornalisti in ascesa, tra i quali si può ricordare Tiziano Terzani, Dina Nascetti ecc. A Roma, Hilda visse nella casa di Rossana Massari (sorella dell'editore) e lì cominciò a scrivere le sue memorie, pubblicate a New York nel 1972 e da questa casa editrice nel 1995 (Hilda Gadea, I miei anni con il Che, pp. 240, E. 10,33 - 9788885378698). Tutto ciò e molto di più è raccontato dallo stesso Massari nel libro, in cui Ricardo Gadea ha raccolto memorie di varia provenienza, antiche o scritte per l'occasione.
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