Renzo De Felice, Leo Valiani e gli amici azionisti
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Capitava non infrequentemente nel «mondo di ieri» che un giovane studioso, all'inizio della carriera, si rivolgesse a personalità entrate nel Gotha della storiografia, diciamo pure a "maestri", non legati a lui da alcuna figliolanza accademica, per chiedere consigli e pareri e per sottoporre loro i primi risultati delle sue ricerche. Nella maggioranza dei casi quella richiesta non restava inesaudita. E l'apprendista storico si vedeva recapitare lunghe lettere (allora necessariamente manoscritte), con le quali i «maggiori» della corporazione, alla quale aspirava ad appartenere, rispondevano puntualmente ai suoi quesiti, si prodigavano in consigli, esprimevano giudizi lusinghieri e naturalmente anche critiche, le seconde, forse, ancora più utili dei primi. La stessa esperienza visse Renzo De Felice nel suo fortunato incontro con storici provenienti da un'appassionata esperienza politica, vissuta nei ranghi di «Giustizia e libertà» e successivamente del Partito d'Azione: Alessandro Galante Garrone, Giorgio Spini, Franco Venturi, Leo Valiani.
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