Esplorazione affascinante del "vero" come esperienza estetica, capace di amplificare il proprio linguaggio, di generare diletto e di trasformarsi in fenomeno culturale diffuso. Questo volume intreccia letteratura, giornalismo, teatro, arti visive e editoria, seguendo, di saggio in saggio, un percorso comparatistico che muove tra dimensione globale e locale. Il viaggio critico parte dall'intuizione neuroestetica del "vero" come stimolo in grado di attivare piaceri cognitivi e immaginativi. Dalle sperimentazioni di Luigi Capuana, che espande i confini del Verismo, fino alla parola poetica di Giuseppe Bonaviri, in cui la scienza diventa scintilla creativa. Il volume si spinge oltre, mostrando come tale diatesi letteraria, tra XIX e XX secolo, si irradi in dimensione transmediale: dalle riviste per ragazzi al teatro sperimentale, dalle avanguardie editoriali alle memorie di viaggio. Un'indagine che svela la capacità della scrittura di travalicare confini, generare piacere estetico e reinventarsi costantemente.