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Quando il fascismo dettava la dieta. La propaganda a tavola, tra sovranità alimentare e autarchia

di Laforgia Enzo R.

  • Prezzo online:  € 15,00
  • ISBN: 9791259793058
  • Editore: People [collana: Storie]
  • Genere: Storia
  • Dettagli: p. 184
Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Sempre più spesso sentiamo parlare di "sovranità alimentare" e veniamo invitati a consumare solo prodotti nazionali. Temi che inevitabilmente rievocano un certo passato, durante il quale, con le stesse formule, fu mobilitata la società italiana. Nel 1935, infatti, dopo l'invasione dell'Etiopia e le sanzioni da parte della Società delle Nazioni, il fascismo trasformò le cucine italiane in trincee, contro un presunto "assedio economico". Già i futuristi avevano tentato, con scarso successo, di rivoluzionare la gastronomia italiana, mettendo al bando la pastasciutta. Il regime, dal canto suo, provò a delineare una vera e propria cucina "antisanzionista", fatta di riso, polenta, polli, conigli, karkadè e piatti dal sapore patriottico (come la trota salmonata alla Badoglio, il polpettone Macallè o il dolce alla Graziani). Una sorta di preludio alla cucina di guerra fondata sul niente, alla quale tutti dovettero forzatamente adattarsi a partire dagli anni Quaranta.

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