In una modernità in cui il cosiddetto materialismo incombe e depaupera l'essenza stessa dell'uomo, "Elevarsi" pone la via per l'autenticità della propria umanità tesa persino a confondersi con la deità. L'obbiettivo del lettore sarà dunque frantumare il muro che para i suoi occhi e li rende solo sensibili ad un materia che non avrebbe avuto senso se non fosse stato il trascendente Dio a crearla. La pienezza della vita sta qui. E lungo il vivere potrà il soggetto cogliere a suo modo la divina essenza, momento trionfante dell'esistenziale flusso che si apre a qualcosa che non è eppure genera la meraviglia di tutto ciò che è. Il nutrimento della vita sta qui. E le umane debolezze resteranno sui bassipiani. E la divina potenza generata da qualcosa che non è, o meglio che non appare tangibile, si infonderà nella persona che si apre a Dio, fra corpo e mente che divengono una sola cosa capace di innalzarsi concretamente per via di un energia di cui non si potrà dubitare. E la timidezza dell'antico uomo cieco, che andava per questo vagando o addirittura delirando non cogliendo il senso, si trasformerà in un'eterna rinascita senza ritorno. E ogni mancanza o meglio la mancanza che illusoriamente veniva tamponata da piaceri fugaci, sarà colmata dal sommo bene. E la rivoluzione che ognuno si aspetta per l'umanità, partirà dal sé. L'individuo infatti non è destinato a ridursi ma ad elevarsi.