Io e mi' nonna. Storie di famiglia, amori, fallimenti e Arte povera
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Fino a qualche anno fa, Mario era un ragazzo ancora in cerca della propria strada: sapeva di avere l'arte dentro di sé, ma non sapeva come esprimerla. Finché un giorno posta su TikTok un vecchio video in cui mostra la nonna e il suo bagno piccolo mezzo scrostato. In barba a quelli che postano soltanto immagini delle loro vite di lusso, Mario traccia in aria il segno di una cornice, chiosando: «Arte povera! Nun mollà». È solo un gioco, ma il video diventa virale, Arte povera un meme sulla bocca di tutti e sua nonna un personaggio amato e idealizzato dai follower. Ed è proprio per evitare idealizzazioni e semplificazioni che Mario ha deciso di raccontare in queste pagine la storia di sua nonna, o almeno del poco che è disposta a condividere una persona che ha imparato a vivere nel presente. Gli episodi della vita di Mamma Lella diventano così lo specchio attraverso cui De Lillo riesce a raccontare anche la propria, di vita. Senza sconti, in modo diretto, tagliente e mai banale. Di sé non nasconde nulla: i suoi mille lavori, la famiglia, il vero senso di Arte povera, il rapporto ambivalente con i social, le sue ansie, le insicurezze e la voglia bruciante che ha di esprimersi e di non mollare. «Per tutti quelli che sbagliano strada, ma tanto poi arrivano lo stesso. Per tutti quelli soli fra la gente, i cui sorrisi sembrano smorfie. Siete come me se avete paura, se sognate di dover picchiare per difendervi, ma poi il colpo non impatta, se quel vestito che vi piace lo indossa meglio qualcun altro. Non siete capaci di essere felici, mai vi lasciate in pace, insoddisfatti, avete fatto un sacco di cazzate, ma siete capaci, non siete matti, siete liberi.»
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