Nella remota isola della Sardegna, tra gli scogli battuti dal vento e le colline brulle, si celava un oscuro segreto noto solo agli abitanti più antichi. Un'ombra si estendeva sulle notti sarde, poiché la leggenda delle Cogas, serpeggiava come un sussurro tra le case di pietra. Questa oscura leggenda pone le sue origini in un paesino dell'entroterra. Nell'antico cimitero, avvolto nell'oscura penombra della notte e bagnato solo dalla luce spettrale della luna, l'atmosfera era intrisa di un'energia ancestrale che fluttuava nell'aria. Il silenzio della notte era interrotto solo dal fievole suono dei passi, un eco smorzato nel cupo paesaggio. Una figura femminile, avvolta nell'ombra, si ergeva di fronte alla tomba di un defunto appena calato nella sua fredda dimora terrena. Le mani, come artigli affilati, si immersero nella terra umida e fresca. Con ferocia, le unghie strapparono la carne del cadavere, rivelando il segreto oscuro che giaceva al di sotto. La piccola quantità di grasso corporeo, estratto come un dono macabro, fu impugnata con gesti rituali. Nella quiete della notte, il sangue di una vergine si mescolò con l'olio sacro, dando inizio a un cerimoniale proibito.