Alternative per il socialismo (2024). Vol. 73
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Prezzo online: € 15,00
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ISBN:
9791256142699
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Editore:
Castelvecchi
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Genere:
Scienze Politiche
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Dettagli:
p. 298
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
L'anno corrente non sarà solo ricordato per la quantità di appuntamenti elettorali che si sono svolti. In effetti più di 50 Paesi in tutto il mondo, con una popolazione complessiva di circa 4,2 miliardi di abitanti, più della metà della popolazione mondiale, hanno tenuto o terranno elezioni nazionali, regionali e comunali nel 2024, in quello che è stato quindi definito come l'anno elettorale più grande della storia, con la partecipazione di sette delle dieci nazioni più popolose al mondo, cui va aggiunta l'Unione europea. Non senza eccesso di enfasi il Guardian lo ha definito "il Super Bowl della democrazia". Ma la vera novità dell'anno in corso, almeno entro il perimetro Ue, è stata certamente la inaspettata e sorprendente vittoria della gauche in Francia, sulla base di un programma effettivamente di sinistra. Almeno per quanto riguarda gli aspetti sociali, con una caduta in negativo sul tema della guerra russo-ucraina. Tutt'altra cosa comunque della vittoria dei labouristi in Inghilterra. [...] Qui sì che si può dire "non li hanno (abbiamo) visti arrivare". E la ragione è abbastanza semplice: perché si guardava dalla parte sbagliata. Non si voleva prestare attenzione a ciò che si muoveva nel tessuto sociale della Francia, non solo di quella parigina o marsigliese, cioè delle grandi città cosmopolite, ma della Francia profonda, quella delle campagne o delle rotonde extraurbane, assurte, queste ultime, a importanza strategica per le forme di lotta dei Gilets jaunes. Non piovono dal cielo, né da un capriccioso mutamento di posizione dell'elettorato i 3,2 milioni di voti ottenuti dalla gauche il 30 giugno rispetto alle legislative del 2022 e l'incremento di oltre un milione di suffragi in confronto a quelli raccolti nelle recentissime europee. [...] È certamente positivo che [in Italia] le destre abbiano perduto voti in termini assoluti, anche se il primato del partito della Meloni non è stato messo in discussione. Come pure è significativo che l'incremento di suffragi, sempre in termini assoluti e non nella visione distorcente delle percentuali, abbia riguardato due forze di opposizione quali il Pd guidato da Elly Schlein e l'Alleanza Verdi Sinistra (Avs). Ma non si può mettere in secondo piano che il vero vincitore delle elezioni è stato l'astensionismo, dal momento che la partecipazione al voto non ha raggiunto il 50%, confermando una tendenza al calo nelle elezioni europee che ormai dura da più turni. [...] Non è attraverso la strada delle alleanze elettorali o qualche appuntamento comune di lotta che si può dare vita ad una sinistra nel nostro paese. Troppo è stato fatto per smantellare quello che una volta era il più grande e più forte Partito comunista dell'Occidente. Per risalire la china vi è bisogno di un enorme lavoro di analisi delle trasformazioni messe in atto dal moderno capitalismo, delle conseguenze che esse hanno prodotto nel tessuto sociale, nel lavoro, nel vissuto e nell'immaginario collettivo delle popolazioni, di una innovativa capacità di rapportarsi ai movimenti reali, dell'invenzione di nuove forme di organizzazione e di comunicazione. Di tutto ciò si hanno vari segnali, esperienze positive, tentativi generosi. Ma restano slegati tra loro, se non isolati, non riescono a diventare pilastri di un nuovo pensiero alternativo. Per questo è necessario dare vita a un processo costituente aperto e inclusivo, rivolto alle forze già organizzate, come alle esperienze sul territorio, capace di stabilire un percorso di ricerca e di lotta nel quale ognuno sia disposto a mettere in discussione e a disposizione se stesso, rinunciando a inutili nostalgie identitarie.
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