Il diavolo, probabilmente. Vita di Robert Johnson
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"Il diavolo, probabilmente" è la vera storia dietro alla leggenda dell'uomo che vendette l'anima al diavolo per diventare il più grande bluesman di tutti i tempi. Dal 1938, anno della sua precoce morte, Robert Johnson è stato il protagonista di ogni sorta di racconto e rivisitazione. Anno dopo anno, decennio dopo decennio, mentre la sua musica influenzava Chuck Berry, Eric Clapton e Bob Dylan, il suo mito ha continuato a crescere e ad allargarsi fino a inghiottire tutto il resto, avvolgendo ogni forma di verità nella nebbia. Frutto di cinquant'anni di ricerche tra documenti, certificati e interviste con testimoni diretti, quello di Bruce Conforth e Gayle Dean Wardlow è un lavoro di scavo profondo e meticoloso, di contestualizzazione cronologica ma anche di demistificazione della figura di Robert Johnson. Liberata da ogni fantasticheria prende così forma una storia umana vivida e toccante: i traumi infantili dell'abbandono paterno e i continui trasferimenti; gli studi interrotti per il lavoro nei campi di cotone; l'adolescenza trascorsa a vagabondare per il Delta del Mississippi, facendo propria tutta la musica incontrata sulla strada; i lutti e l'alcolismo; il successo e la morte improvvisa, a ventisette anni, avvelenato da un marito geloso. E, sopra ogni cosa, un eccezionale talento per la chitarra e il richiamo del blues. "Il diavolo, probabilmente" è la biografia definitiva di Robert Johnson: il racconto di una vita dedicata alla «musica del diavolo» e alle canzoni degli ultimi, in continua lotta con razzismo e dipendenze, e con i «segugi infernali» sempre alle calcagna. L'epopea di un uomo la cui esistenza è stata più drammatica delle storie che cantava, e tra le cui note si è nascosto fino a scomparire nella leggenda.
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