Pier Niccolò Berardi. Architettura della tradizione a Maratea
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Prezzo online: € 25,00
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ISBN:
9788892801882
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Editore:
Edifir [collana: Architetti Del Novecento. Storia E Archivi]
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Genere:
Architettura E Urbanistica
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Dettagli:
p. 132
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
Pier Niccolò Berardi (Fiesole 1904-Milano 1989), noto alla storiografia di architettura per essere stato uno dei membri del Gruppo Toscano che vinse, nel 1933, il concorso per il nuovo Fabbricato Viaggiatori di Santa Maria Novella, comincia solo recentemente a emergere dal cono d'ombra proiettato dalla fama del capogruppo Giovanni Michelucci, al quale si attribuisce l'esclusiva paternità dell'iconico progetto razionalista. Compagno di studi di Luigi Vietti a Roma, dopo la Laurea nel 1929 con Marcello Piacentini, Berardi è coinvolto da Giuseppe Pagano nella mostra sull'architettura rurale alla VI Triennale con una serie di splendide fotografie di case coloniche in Toscana. Berardi consolida il suo interesse per l'architettura della tradizione, che rimarrà costante, attento all'inserimento nel paesaggio, sia delle numerose ville realizzate negli anni Sessanta-Settanta, fra cui La Gabbiola, Silva Honorati a Punta Ala (dove realizza pure l'Hotel Alleluja) e Nasi a Torino, sia del rinomato Museo Richard Ginori a Sesto Fiorentino, del 1965. Particolare rilievo assume l'attività di Berardi negli anni Cinquanta a Maratea, contestualizzata nell'ambito dell'Italia post-bellica attraversata da progetti di industrializzazione e dagli interventi della Cassa per il Mezzogiorno. Maratea in quegli anni gode di una ribalta senza precedenti, documentata da cronaca, documentari e letteratura. A partire dal 1953, Berardi è coinvolto nell'ambizioso progetto di sviluppo industriale e turistico dovuto ai conti Rivetti di Valcervo, tra cui la costruzione del celebre hotel Santavenere, meta di personaggi illustri, le cui bianche arcate sono oramai parte del paesaggio. Dall'adattamento della Torre cinquecentesca a residenza Rivetti alle case, di nuovo impianto o ristrutturate, traspare l'impegno di Berardi nei confronti della preesistenza storica e di quel paesaggio amato, fotografato e dipinto, di cui conserverà memoria nei progetti successivi. Introduzione di Marco Romoli.
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