Torre Pellice è conosciuta, pressoché in tutto il mondo, come capitale delle Valli Valdesi. Sul movimento ereticale e sulle Guerre di Religione che l'hanno interessata sono stati versati fiumi d'inchiostro e, come tutti i luoghi che assurgono alla Storia, anche Torre Pellice ha il suo Pantheon di eroi. Ciò nonostante, lo sfondo sul quale questi e gli altri Torresi si trovavano ad agire restava muto. Quest'opera vuole contribuire a colmare questo vuoto, indagando sulla via materiale dei Torresi nel Seicento, il secolo più affascinante della sua Storia. Nella prima parte, "homini & beni della Comunità", si scopre la stratificazione sociale all'interno del villaggio attraverso il ruolo svolto da ciascuno nel Consiglio Generale dei Capi di Casa e, con l'atto di affrancamento, i rapporti con gli ultimi rappresentanti della signoria feudale. Si entra nel tribunale, nel forno bannale, nei mulini e si sale fin sui pascoli alpini per vedere ciò che resta della loro gestione comunitaria, un istituto antico come la Confraternità dello Spirito Santo, un'organizzazione che non ci si aspettava di trovare nelle terre dei Riformati.