Nei panni dell'altro. Preti operai, terrorismo e manipolazioni. Il caso Aldo D'Ottavio
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Torino, anni Settanta. Quelli che sono passati alla Storia come "Anni di piombo" sono anche anni di acciaio e ghisa, i metalli usati nell'industria metalmeccanica e automobilistica. Torino è la città della Fiat, una delle realtà industriali in cui lo scontro sindacale è più acceso. Sullo sfondo il terrorismo, l'ascesa (e poi il declino) delle Brigate Rosse, che trovano consenso e adepti anche nel mondo operaio. È questo lo scenario in cui si svolge la storia di Aldo D'Ottavio - classe 1943, prete operaio - raccontata in questo libro: di umili origini abruzzesi, D'Ottavio vive fin dall'inizio la sua vocazione come una scelta di condivisione reale con i più deboli, lontano da ogni forma di paternalismo. La fabbrica rappresenta una possibilità concreta di "essere come loro". Arrivato a Torino nel 1974, viene assunto alla Fiat-Lancia di Chivasso, dove diventa delegato sindacale per la Fim-Cisl. Non ha detto che è prete per non godere dei "privilegi" del ruolo. Ma per l'azienda è un elemento scomodo. Al punto da manipolare alcune sue parole in difesa dei lavoratori, trasformandole in un'accusa di fiancheggiamento del terrorismo.
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