La goccia e l'universo. Analisi introspettiva della mia fede altamente sconsigliata ad atei e religiosi
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Contenuto
Non disponibile ad accettare il credo di qualsivoglia religione positiva, e tuttavia consapevole che l'ipotesi della caduta storica di ogni fede sarebbe, a dispetto dell'ateismo, una catastrofe inemendabile per l'intera umanità; persuaso della sterilità delle posizioni scettiche e agnostiche, Davide elabora una sua fede, di assoluta soggettività, con la quale dare un senso e una direzione alla sua vita. Si tratta di una visione, a ben guardare, che in qualche modo richiama Platone e il suo Mondo delle Idee, quella di un universo nel quale gli esseri viventi traggono la loro fondamentale coscienza di esistere in una entità che l'autore definisce con il nome di essenza, zampillante dall'universo stesso, come una goccia che staccandosi dalla totalità universale si unisce alla materia, assicurandole appunto il dono della coscienza di esistere: goccia che ritornerà all'oceano alla morte dell'individuo, ma per perfezionare altre infinite individuazioni. Complessa e coinvolgente la via che l'autore percorre per giungere alla definizione del suo credo: tocca la fisica dei quanti, la cosmologia dei buchi neri e della energia oscura, l'intelligenza artificiale, i casi morte apparente, e così via. Ma quel che soprattutto sorprende e commuove è che alla radice di questa personale lieta novella vi è l'amore ineguagliabile per la moglie che non c'è più, che Davide sogna di ritrovare in chissà quale nuovo viaggio della sua essenza e di riconoscerla. Non a caso il libro chiude con una rinnovata dichiarazione d'amore: «Amore mio, senza di Te mi mancano le ali... La voglia di volare da Te non morirà mai»
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