Le avventure di una famiglia di mercanti-banchieri fiorentini. Storia documentata dei Rinieri del Vaio di San Giovanni
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Lo studio riguarda la storia di una famiglia tra le più importanti di Firenze, dalle origini alla sua estinzione nel XVII secolo, sulla quale l'autrice ha indagato a lungo in fonti d'archivio. Pur facendo parte dell'élite cittadina, legata ai Medici e alle relative vicissitudini storiche, finora era stata citata solo occasionalmente in saggi specifici; quindi, si è resa necessaria una visione completa di tutta la sua ricostruzione. I Rinieri (Berri), inurbatisi dal contado fiorentino intorno alla prima metà del Duecento nel popolo di San Pancrazio, appartennero ad una famiglia di banchieri e mercanti attiva tra il XIII e il XVII secolo. Ben presto fondarono una loro compagnia bancaria, ma i loro interessi spaziavano anche in altri campi, come il commercio laniero, e la partecipazione alla vita pubblica. Neri fu priore nel 1284 e nel 1287 e nel 1295 si schierò a favore di Giano della Bella. Fu socio fino al 1315 della compagnia bancaria di Giovanni Buiamonti, considerato da Dante grande usuraio (Inf. XVII). I suoi figli, Filippo e Piero iniziarono la loro attività di banchieri agli inizi del Trecento, quando entrarono nella compagnia dei Bardi, curando gli interessi della società soprattutto all'estero. Tra fine Trecento e per tutto il secolo successivo furono attenti a contrarre unioni con le maggiori famiglie fiorentine: dai Portinari ai Pitti, dai Sassetti ai Tornabuoni e ai Pazzi. Cristoforo fu il primo della famiglia ad occupare un ruolo di amministratore statale sotto Cosimo I, tanto che nel 1543 era senatore granducale. Il declino del casato cominciò con l'adesione di due membri della famiglia alla congiura contro i Medici ordita da Orazio Pucci. La famiglia si estinse nel 1640.
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