Rosario. Il cieco che 'vede' e vive nel futuro lottando disperatamente per realizzare i propri sogni
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Questa è la storia di una persona straordinaria, mio fratello Rosario. Rosario nacque cieco e sin da bambino dovette far fronte, oltre all'andicap, anche al pregiudizio secondo cui chi era privo della vista era anche incapace di intendere e di volere pienamente. A dispetto di questo, lui era dotato di un'intelligenza superiore e realizzò un percorso di vita esemplare divenendo un punto di riferimento per la comunità locale. Aveva un alto livello di cultura generale che si era costruito con l'ascolto assiduo di radio e televisione, e con queste armi, intelligenza e conoscenza, era in grado di intravedere - al pari dei manager di grandi aziende o istituzioni - l'evoluzione delle cose. Aiutava coloro che necessitavano di un suo supporto umano, ma anche operativo, e quindi vedove in attesa di pensione, pensionati o giovani emigrati che reclamavano una licenza di convalescenza dal servizio militare, piccoli agricoltori vessati dagli alti tassi d'interesse e così via. Aiutava la comunità ed era anche il nume tutelare della nostra famiglia e di noi fratelli. La gente lo chiamava il Capo, il Mago, Don Rosario, il Comandante e la lettura di quest'opera dimostra che gli handicap si possono superare con la tenacia e l'abnegazione, come Rosario ha reso evidente nel corso della sua esemplare esistenza.
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