La rivoluzione del fare nulla. Un memoir
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Stanco delle lamentele del suo capo che lo ritiene una sorta di "posto vacante permanente", Shoij Morimoto, dopo anni spesi tentando di soddisfare le aspettative della società, si chiede se proprio il "fare nulla" possa avere un valore, anche se non misurabile in produttività. Così, con un tweet, nel 2018 avvia il suo servizio di do-nothing rental e lui diventa una persona a noleggio per fare nulla. Nessun tariffario applicato, solo rimborso spese e doni o offerta libera in denaro. Vuoi compagnia a cena, durante una passeggiata o mentre stai lavorando? O qualcuno che ti saluti quando sei in partenza per un viaggio? Shoji è affidabile, non giudica, non dà consigli, non fa consulenze e si impegna a rimanere distaccato. Semplicemente c'è, dove non vorresti altri o dove nessun altro potrebbe esserci. Offre una pura "presenza", non per svolgere un lavoro, né per "darti una mano": niente di simile a una prestazione professionale. Le sue considerazioni e i suoi incontri, eccentrici fino all'assurdo, se non fossero veri, raccontano delle derive reali di una società - quella giapponese, ma in fondo anche la nostra - orfana di punti di riferimento e persa in solitudini abissali. Nel ripercorrere le sue esperienze, ci sentiamo interpellati e provocati sul valore che attribuiamo a lavoro, denaro, famiglia, amici e altri legami significativi; non da ultimo, sulla nostra ricerca di uno scopo. Senza porsi a modello, con tono asettico e disarmante leggerezza, Shoji ci parla di come ha scardinato il paradosso di perdere se stesso nella folle corsa individualistica al successo e all'efficienza. Perché "fare nulla" è solo un lato della medaglia: sull'altro c'è scritto "Io valgo già in quanto esisto". Le incongruenze e le banalità della vita contemporanea nella scelta radicale di un moderno Bartleby giapponese, dissidente involontario.
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