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Il feudo dell'Abate. Civenna, storia di un piccolo regno

di Sala Lucia

  • Prezzo online:  € 18,00
  • ISBN: 9788893562188
  • Editore: New Press
  • Genere: Storia Locale
  • Dettagli: p. 152
Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Una prima approssimativa indicazione dell'estensione del feudo si ha nel diploma dell'anno 996 dell'imperatore Ottone III, dove è specificato che civennesi e limontini hanno diritto sul montis Belasinus di falciare il fieno, tagliare la legna e altre cose necessarie,e specifica che tale territorio è tra le pertinenze di «Grasegallae, Lenciti, Nescini, Barnasci, Lemonte». Grasegallae è riferito alle Grosgalle; Lenciti è Lezzeno, Nescini Nesso, Lemonte è Limonta, mentre Barnasci ha due diverse interpretazioni:per alcuni si intende Barni, mentre per altri è la Garnasca scritta erroneamente con la B. Il porre come confine le Grosgalle, Lezzeno e Nesso ci porta verso la dorsale del Monte Nuvolone e al Monte San Primo: tutta la montagna era di comune fruizione tra i paesi confinanti, nei boschi a quell'epoca non c'era la necessità di confini precisi ma si trattava di ampi territori di utilizzo condiviso. È del 1430 una documentazione abbastanza chiara sulle pertinenze del feudo, frutto di varie diatribe tra Bellagio e gli abati: l'aumento demografico e la conseguente antropizzazione della montagna creò attriti e instaurò nuovi diritti e proprietà.

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