Il ritorno degli dči
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Prezzo online: € 14,50
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ISBN:
9788836820924
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Editore:
Passigli
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Genere:
Poesia
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Dettagli:
p. 160
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
Fra gli eteronomi di Pessoa, quello di Antonio Mora resta fra i meno noti e pił problematici. Si tratta infatti del personaggio di cui lo scrittore portoghese si serve per fondare e insieme sondare la poetica di due dei suoi eteronomi pił famosi, Alberto Caeiro e il suo discepolo Ricardo Reis. Allo stesso modo di Reis, anche Mora viene presentato come discepolo di Caeiro; ma mentre Reis - scrive Pessoa in un abbozzo di prefazione all'edizione, mai realizzata, della sua opera - "ha intensificato e reso artisticamente ortodosso il paganesimo scoperto da Caeiro", il compito di Antonio Mora "č di provare definitivamente la veritą, metafisica e pratica, del paganesimo". "Il ritorno degli dči" viene concepito da Pessoa proprio come prefazione all'opera di Alberto Caeiro e rappresenta, pur nella sua inevitabile frammentarietą, una critica feroce del cristianesimo, sulla scorta certamente della filosofia di Nietzsche, ma con l'ambizione di superarla, di andare ancora oltre quel suo sapore cristiano che non puņ ingannare. Del resto, il parallelismo con Nietzsche non si limita a questo; come il filosofo tedesco era morto all'interno di una clinica psichiatrica, Antonio Mora si trova internato, a causa del suo squilibrio mentale, in una casa di cura di Cascais. In un testo riportato in appendice al presente volume, Pessoa finge di incontrarlo in questa clinica, presentatogli da un certo dottor Gomes che lo guida in questa sua visita e gli spiega quell'interessantissimo caso: "Clinicamente non si discosta per nulla dal soggetto paranoico, o da quanto č noto come paranoia. Per la veritą, non č semplicemente un paranoico. Č pure un isterico. Ma la paranoia č alcune volte accompagnata da una psiconevrosi intermittente. Non c'č da stupirsi. Non c'č nulla di strano. Non č in questo che č originale. Č nel tipo del suo delirio, nel contenuto, che sta l'interesse...". Il "delirio" di Mora ha come suo contenuto il cristianesimo, appunto, "che ha turbato e turba l'intera nostra vita" e che "ha creato in noi una mentalitą da onanisti". Forse non č inopportuno ricordare che la follia - o meglio il timore della follia - era cosa ben presente nella mente di Pessoa, che arrivņ a scrivere fra l'altro che "l'origine dei miei eteronomi č il tratto profondo di isteria che esiste in me. Non so se sono semplicemente isterico o se sono, pił propriamente, un istero-nevrastenico". Del resto, se il pazzo č sottratto all'orizzonte logico che ci consente di riconoscerci nell'ambito di una comunitą che si identifica all'interno di determinate regole (anche nel caso che le rifiuti), da un punto di vista sociologico il rifiuto del cristianesimo, e il conseguente tentativo di restaurazione del paganesimo, rappresentano una sorta di 'alienazione' culturale - "delirio sociologico" per usare la definizione di Pessoa - in quanto, come dice lo stesso Mora, l'intero "mondo moderno č nato da un movimento che il cristianesimo rappresenta" e lottare contro questo movimento significa lottare contro tutto ciņ che č moderno, compresi noi stessi in quanto tali. (Paolo Collo)
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