Recording voices. Archeologia fonografica dell'opera (1887-1948)
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Contenuto
Una delle vicende più affascinanti nella storia culturale dell'opera in musica è il suo incontro con la fonografia agli albori del Novecento. Incontro felicissimo, che condusse a profonde e reciproche mutazioni delle pratiche operistiche e del medium, stabilendo per le une e per l'altro nuove norme, idee e comportamenti. Questo volume segue e ricostruisce in chiave di archeologia mediale le tappe essenziali di tale percorso di trasformazione, sondandolo nei diversi domini in cui si è manifestato: dai discorsi sulla voce mediatizzata, nelle riviste di settore, alle pratiche didattiche del canto d'arte, sulle due sponde dell'Atlantico; dal confronto - a volte frustrante - dei performer col diaframma di incisione ai mercati materiali e simbolici di industria e "fonoamatori". Il testo esplora le attività di alcuni illustri maestri impegnati a forgiare le voci dell'epoca, e analizza le performance mediali di tenori celebri o celeberrimi, intenti a vestire la giubba di Canio o a ricordare le glorie d'Otello, oltreché le "voci" di donne e uomini che, esprimendo discografico gradimento o delusione, si facevano fucina di immaginari multiformi. In ultimo, il volume riflette sui modi in cui il disco fece dell'opera un patrimonio più ampiamente condiviso, congelandolo e al tempo stesso trasformandolo affinché potesse essere trasmesso a sempre nuovi eredi.
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