Esistenze dondolanti sopra il brodo nero
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Contenuto
Ciò che rappresenta la letteratura weird è insito nell'essenza stessa del termine, eppure la sua evoluzione ha esteso i propri tentacoli in molteplici direzioni. E se questi, di frequente, si sono rivolti verso l'alto, in direzione dell'orrore cosmico, nei racconti di Antonio Pilato assumono un andamento orizzontale o addirittura geocentrico. Così, partendo da un mondo distorto, fatto di radici oscure, generato dalle proiezioni dei presagi e dei terrori che sfuggono alle menti dei protagonisti, gli orrori divengono tangibili, anche se sottoforma di presenze indefinibili, seppur dedotte da un mondo infestato dall'ignoto. Tuttavia, le paure peggiori divengono estensione di noi stessi che le amplifichiamo, ombre esterne proiettate dalla nostra stessa bestialità, dove il punto focale si sposta di continuo, senza mai essere messo a fuoco. Così, vediamo inquietanti statue di cera che rivelano una macabra interiorità, esecrabili riti frammisti a grottesche e oscene sperimentazioni chirurgiche, loop temporali, orride realtà striscianti, viaggi su battelli attraverso acque che acqua non sono, sfidando la fisica e il senso del reale. Questi e altri racconti ci portano in località inesistenti che l'Autore ha plasmato, contenitori di una densa quanto perturbante materializzazione di suggestioni che strizzano l'occhio, nel vero senso fisico del termine, all'inquietudine. Prefazioni di Luis G. Abbadie e Vincenzo Barone Lumaga.
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