Io «parto». Tu nasci
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La gravidanza è probabilmente l'unico "viaggio" della vita, nel quale si parte senza bagaglio, per riempirlo del "giorno per giorno" con paure, dubbi ed emozioni contrastanti. Nascere è la prima sfida che la vita ci riserva. Diventare madri, l'unica opportunità per conoscere la profondità dell'amore incondizionato. Ancor prima di essere una osteopata, sono una donna, come voi, che ha scelto di dedicarsi al "miracolo della vita", dopo aver lasciato andare il proprio sogno, con coraggio e responsabilità. Ho la fortuna di poter ascoltare un accenno di vita che prende forma, custodita nel sacro involucro materno, di prendere "calci" se disturbo il riposo dei vostri bimbi, mentre voi cercate di prepararvi fisicamente ed emotivamente per accoglierli, sperimentando un nuovo equilibrio, attorno ai vostri bimbi e in voi stesse, chiamate ad adattarvi ai mille cambiamenti del vostro corpo. È un privilegio potervi ammirare felici ma provate, poter alleviare le tensioni delle vostre schiene affaticate dal peso che avete sostenuto per nove mesi, aiutarvi a distendere le spalle e il petto che li nutre e fa loro da cuscino. Capisco quale diade imprescindibile siete. E sorrido. Vi osservo con ammirazione nutrirli, rassicurarli, proteggerli. Vi chiedono spesso "come state?", "Vi sostengono abbastanza?", "Vi riconoscono il valore che meritate?", "Avete ricominciato a pensare anche un pochino a voi?". «Io "parto", tu nasci»: una metafora, un diario di bordo. Un insieme di "istantanee" scattate tra la partenza e l'arrivo, durante il viaggio che porta una donna a diventare madre. Le stazioni di questo viaggio sono i volti di chi vi accompagna, vi sostiene, i passeggeri che avete scelto o che vi siete semplicemente trovate accanto. Le attese e le speranze di saper rivestire il nuovo ruolo al quale siete chiamate. Da lontano arriva un treno, salite e siete già altrove.
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