Con questo libro l'autore è ritornato nel mondo della sua grande famiglia italo-eritrea che sin dal 1873 ha iniziato la sua avventura, durata centoventi anni, tra incontri, amori, abbandoni, guerre, fughe, rimpatri e scomparse. Una saga che inizia in un piccolo villaggio vicino all'Asmara dove il Ras Tesfai e Faven diedero vita alla dinastia dei Ghebremedhin. Tesfai già dal 1899 è affascinato dall'arrivo dei primi italiani tanto che incontra Salvo Giannantonio, capitano dei Carabinieri Reali che lo convince a diventare un carabiniere eritreo, sino a raggiungere il grado di sciumbasci; un ufficiale di rango, oltre ad essere un indigeno che per tutta la vita ha onorato l'Italia e la sua bandiera. Tesfai e Faven, capostipiti dei Ghebremedhin, diedero inizio alla loro discendenza con tre donne: Arsena, Medhin e Awate e con un maschio: Mebratu. Roberto, l'autore del libro, è il nipote italiano di Medhin, che con una navigazione temporale di più di un secolo ha cercato di percorrere i fatti storici dell'Eritrea e la vita dei Ghebremedhin, e degli italiani che hanno amato le donne di questa stirpe.