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Pietro Leoni e altri del Russicum. I preti licenziati dal Russicum in missione "speciale" in URSS

di Costa Antonio

Disponibile su prenotazione.
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3,49 €

Contenuto

L'impero sovietico è stato un universo molto difficile da interpretare. Raramente si trova una nazione che abbia inflitto a se stessa un genocidio così vasto. Mai un grande paese ha tenuto segregato un numero così elevato di propri cittadini. Durante il regime sovietico più di venti milioni di persone, tra uomini, donne e bambini sono stati giustiziati o inviati nei gulag sparsi per tutto il suo immenso territorio. Dopo che l'Unione Sovietica e la Germania nazista si spartirono l'Europa dell'Est, una miriade di altre persone di altri paesi finirono nei suoi più remoti campi di lavoro. Da Mosca a Vladivostok, dal mare Artico alle steppe del Kazakistan ancora oggi si possono trovare nelle tombe nomi stranieri. Fino al 1955 furono pochissimi i prigionieri che dai gulag tornarono nelle loro case o nei propri paesi di origine. Uno di questi fu Pietro Leoni che, liberato il 13 maggio 1955, per opera della Madonna diceva lui, quasi per primo rivelò al mondo occidentale attraverso le sue memorie lo sterminato universo dei gulag sovietici.

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