Giulio dalla Lira, il villano e il contadino. Bilinguismo e dislivello culturale nell'opera di Giulio Cesare Croce (1550-1609)
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Contenuto
Sebbene Giulio Cesare Croce abbia trattato dei contadini in italiano e in dialetto, i due discorsi non si sovrappongono, anzi si oppongono radicalmente: l'opera in italiano rimane al livello degli stereotipi; l'opera in dialetto offre, invece, un quadro realistico e vario con un incontestabile valore documentario sulla vita delle comunità rurali della campagna bolognese. In questo saggio non solo viene posto apertamente il problema del rapporto fra realtà e ideologia ma anche quello della scelta linguistica. Realtà, ideologia e lingua viste nelle loro interazioni, ecco i tre poli intorno ai quali vengono a convergere interrogativi e risposte possibili, attraverso una ricerca che ci ripropone l'immagine tradizionale del contadino italiano, analizzando il caso Croce nel quadro della letteratura popolare e della rappresentazione "lacerata" che ci ha lasciato del mondo rurale, facendo della sua opera un punto di osservazione privilegiato sulle aree di mediazione culturale.
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