Un lucherino in gabbia. Padre Collini nella Cina di Mao
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Nella Cina degli anni '50, le progressive limitazioni della libertà e le crescenti oppressioni da parte del regime di Mao Zedong iniziavano a contrastare le religioni "non autoctone". Il culmine di queste prese di posizione si ebbe con l'incarcerazione di tre missionari saveriani che operavano come infermieri nella città di Dengfeng, della provincia dello Henan. Accuse di omicidio false e calunniose e presunti atti illeciti all'interno dell'ambulatorio della missione portarono padre Giovanni Battista Collini a trascorrere diciotto mesi in una prigione, tra violenza psicologica e diritti calpestati. Il diario di prigionia e le lettere inviate ad amici e parenti sono la voce di un missionario che, aggrappatosi alla propria spiritualità, provò a vedere ogni giorno trascorso tra le quattro mura di una cella e i lavori forzati come un atto di smisurata Fede.
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