Le belve. Il piacere di uccidere
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Il primo dirigente Sgarbi indagava sulla loggia massonica dell'onorevole Manicardi. Sui giornali non si parlava d'altro, così per fermarlo gli uccisero il figlio con una dose di droga tagliata male. Distrutto nei sui affetti, al povero Sgarbi non restò altro che rassegnare le dimissioni mentre l'onorevole moriva d'infarto. Una faccenda da dimenticare in fretta. Nessuno ne parlava più quando sulla città si allungò l'ombra dell'assassino a raccontare una storia diversa. Sarà ora il commissario Carlotto a condurre l'inchiesta ma è lunga la scia dei cadaveri per scoprire la verità. Una banda di spietati criminali, protetti dai potenti della città, commettono violenze e delitti indisturbati uccidendo uno alla volta gli scomodi testimoni in un gioco feroce nel parco di un palazzo come belve alla ricerca delle loro prede. Personaggi inquietanti e pericolosi si muovono sulla scena, tra loro spicca il professor Guidalberto Delbecco, un insigne studioso dei comportamenti che professa la libertà dell'individuo e il sesso estremo. Quelle rivoluzionarie teorie affascinano anche il figlio del commissario che dichiara la propria omosessualità. Per arrivare al colpevole il padre lo userà addirittura fino al punto da metterne in pericolo la vita, quando un evento imprevisto, un insignificante dettaglio, metterà tutto in discussione capovolgendone completamente le conclusioni.
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