L'angelo della notte
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
«L'angelo della notte vigila con le sue grandi ali brune su tutta l'opera di Proust, immagine dell'autore che scrive (il grande recluso nell'ombra della sua stanza e che implora la protezione di altri angeli, la Volontà, il Pensiero) e insieme rappresentazione simbolica dell'essenza stessa della sua arte, immersa nel silenzio e nella solitudine». Frase che ben rappresenta il rapporto che Giovanni Macchia, nel corso di una vita di ricerche dedicate a Proust, ha instaurato con l'oggetto del suo studio: un rapporto in cui il limpido distacco critico e la devozione all'autore sono votati alla ricerca di una più alta comprensione della cifra della creazione proustiana: «Creazione che è allegria, e né la malattia, né il dolore possono far nulla per ostacolarla. E così la Recherche - opera percorsa dal senso della morte, un'allegoria del diluvio, una tragedia a lieto fine, e dove soltanto il tempo distrugge e uccide - è anche un grande omaggio alla libertà dello spirito e alla gioia; alla gioia che la vita nelle sue visioni, pure, e come disincarnate, offre a chi sa guardarla senza indietreggiare».
|