Gropius. Pathos logos ethos
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
A partire dal noto saggio di Argan su Gropius, in cui si metteva in relazione l'opera dell'architetto con la fenomenologia, questo testo scava nelle asserite affinità onde rilevare il senso della sua "razionalità", sia nell'attività di docente che nella pratica operativa. Formatosi presso l'Umanistische Gymnasium, il calvinismo materno influenzerà l'inclinazione all'ascetismo, ovvero la tensione alla prosciugata astrazione dal particolare, che gli ispira l'idea di una formatività sintetica delle diverse istanze che concorrono alla costruzione, in un metodo di scarnificazione delle variabili in gioco onde pervenire alla loro composizione. Sebbene a Gropius non sia ascrivibile la frequentazione del pensiero di Husserl, il calvinismo ugonotto appreso dalla madre e comune al filosofo, lo dispone all'approssimazione allo spirito mediante la rarefazione della vita pratica, proprio come è nella riduzione fenomenologica, di cui è forse informato dal professor Rolf Hoffmann, committente del progetto per la Sede per l'Accademia di filosofia di Erlangen. Anche la combinatorietà per elementi semplici manifesta la ricerca di una essenzialità che comprende la vocazione a un costruire rivolto, oltre l'uso pratico, all'assoluto. I due moventi, dell'impulso sensitivo e della calma logica, attribuiti dalla storiografia alla discontinuità tra il Gropius espressionista del Werkbund e dell'Arbeisrat für Kunst e quello successivo, sembrano in lui, in realtà, convivere essendo la loro compresenza propria al tedesco che, tra l'istanza razionale dell'Illuminismo incompiuta e la spinta passionale con cui tenta di rompere i rigidi schemi del mondo tramandati dalla storia, inclina a un annichilimento sino al cedimento americano.
|