La silloge di Dario Menicucci, "Il treno per la luna", risuona come una singolare proposta di viaggio verso il nostro satellite, la cui serica luce tutto ammorbidisce, smussando spigoli ed ostacoli. Un treno, si sa, è composto di tante carrozze, ognuna, con passeggeri diversi, nelle cui valigie si celano gioie, tristezze, aspettative, tutto un fardello di vite vissute. Così è per queste poesie, cariche di magia e di tribolazione, di incanto e di tristezza. Nel viaggio verso nuove realtà, è facile tornare, col pensiero, a ciò che si è lasciato ed ecco affiorare, nella mente, i luoghi del cuore, le marine ora spumeggianti, ora pervase dalla calda luce del tramonto e poi le strade, le persone che hanno rappresentato il vissuto. Un tumulto di emozioni impossibili da dimenticare, sono ora racchiuse nelle valigie che ci accompagnano. E tra questi l'amore, sovente tradito, che irrora una ferita ancora sanguinante. Sono versi che parlano al cuore e guidano il lettore a scoprire il proprio io segreto, fino a confrontarsi col poeta stesso. La singolarità di questa poetica sta nel ricorso a versi brevi, quasi scarni, scanditi da ritmi serrati, ma carichi di una straordinaria forza evocativa.