Se non vado errato coi ricordi. Giacomo Casanova a Dux
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Una vita costellata di molti incontri ha immancabili addii. Ma su questi, ultimi e definitivi, Casanova non vuole pronunciarsi. L'istrionica costruzione autobiografica dell'Histoire de ma vie si chiude su un abisso di silenzio durato più di vent'anni. Eppure Casanova sa giocare sapientemente tutta la sua esistenza, narrata o vissuta che sia, mescolando abilmente invenzione e realtà, fra reticenze e argute ricostruzioni letterarie, ben consapevole di quello che tutti si aspettano da lui: una vita avventurosa, dissoluta e libertina. Ma da quando nel 1785 arriva a Dux, in Boemia, come bibliotecario del conte di Waldstein, fino alla morte, l'inguaribile grafomane tace. Uno spiraglio, però, c'è: le lettere scambiate con Cecille von Roggendorff, ultimo astro luminoso nella galassia della sua esistenza, una figlia più che una amante, la sola capace di restituirci il racconto di un mito fino all'ultimo giorno.
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