L'ultima rivolta del principato Ultra: i sobillatori di Prata, Petruro e Pietrastornina 1861
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Prezzo online: € 30,00
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ISBN:
9788872971024
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Editore:
Abe [collana: Anarchici Senzatempo]
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Genere:
Storia
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Dettagli:
p. 160
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
Questo volume tratta delle rivolte del 1861 di alcuni paesi dell'ex provincia di Principato Ultra Benevento, sobillati contro l'unità d'Italia, già avvenuta. Veniamo a conoscenza che dopo alcune turbolenze in Altavilla, S. Angelo a Scala e Pietrastornina, anche Prata, Torrioni, Tufo e Petruro, contribuirono alle vicende storiche che portarono allo scontento generale delle popolazioni che non volevano l'assoggettamento a un regno diverso. È un testo allargato alle vicende avvenute in quei comuni di confine che si snodano lungo il Sabato, fra Avellino e Benevento, per meglio dimostrare che la «reazione sopra e sotto la Montagna di Montefusco» fu l'ultimo atto di ribellione filoborbonica, a tratti repubblicano, quindi politico, e non una semplice sommossa, sebbene non portò ad alcun risultato rivoluzionario. Il valore storico della ricerca, per la maggiore su atti e documenti d'archivio di prima mano, accresce con la descrizione dei fatti relativi alle prime bande di briganti, attraverso cui si diede inizio il tam-tam partito dalla Montagna del Monte Vergine. I riscatti rappresentavano il recupero del danaro per pagare gli sbandati riuniti dai sobillatori sulla frontale Montagna di Montefusco e fomentare i paesi posti più in alto, Torrioni, Petruro e Tufo, in modo da fare una grande rivolta, in attesa della fantomatica armata borbonica del Generale Bosco. Da Prata, infatti, cuore del Principato Ultra, sarebbe ripartita la riconquista del Regno perduto. Il Generale, si sa, non arrivò mai, ma Don Zampetti di Montefusco, fomentato dall'ex prefetto Mirabelli di Avellino, vera mente di tutte le reazioni, non poté più tornare indietro. Egli aveva già aizzato San Giorgio e fatto arruolare altri volontari dei paesi della Montagna, proprio durante la festa di Prata, luogo della scintilla, che terminerà di bruciare con l'eccidio di Montemiletto. Dal 7 al 9 luglio 1861, intanto, la cospirazione prese vita a Tufo e sfociò nella ribellione di Torrioni, così come la descrive minuziosamente il sindaco Donnarumma, quando i torrionesi assaltarono anche l'antico Palazzo di Petruro, simbolo dei cavalieri di Malta beneventani, reclutando le armi nella masseria Centrella. Ne seguirono momenti cruciali che portarono all'arresto di tutti i sobillatori con un processo lunghissimo, durato anni e anni, i cui atti, vedono per la prima volta la luce in questo testo dopo una minuziosa ricerca storica sui documenti della Gran Corte Criminale, conservati presso gli Archivi di Stato di Avellino, Salerno, Benevento e Napoli. Il sentimento di amor patrio è l'unico motivo che spinge tutti a rispolverare quei giorni.
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