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Mezzogiorno e Germania Est. Un confronto

di Ruscello Luigi

  • Prezzo online:  € 18,00
  • ISBN: 9788849876406
  • Editore: Rubbettino [collana: Varia]
  • Genere: Economia
  • Dettagli: p. 208
Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Una delle tante espressioni secondo le quali il Mezzogiorno d'Italia sarebbe la chiave di volta per lo sviluppo dell'intero Paese è fatta risalire addirittura a Giuseppe Mazzini, il quale sembra che abbia detto o scritto: «L'Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà», espressione ripresa anche nel 2020 dal Ministro per il Sud e la coesione sociale in carica, senza citare peraltro la fonte. Altre, tra le tante più moderne, recitano così: «Il Sud è il tesoro nascosto dell'economia italiana e da questo dipende lo sviluppo del nostro paese», «Molto più che in passato, dal decollo del Sud può derivare una crescita sostenuta e duratura della intera nostra economia». Oppure: «Il Sud non può morire, perché se muore il Sud muore l'Italia». E ancora: «L'Italia non può crescere se non si risolve la questione meridionale». E, per finire: «Sud da problema a risorsa» oppure «Il Mezzogiorno d'Italia: chiave di rilancio per l'economia italiana?». E tante altre espressioni similari potrebbero essere riportate. Poi si scopre che nell'attualità, cioè nel 2022, si utilizzano ancora i soliti "trucchi", come si vedrà in seguito, al fine di non ottemperare ai più elementari criteri, non per l'eliminazione, ma quanto meno per attenuare il divario Nord-Sud. Nel tanto decantato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ad esempio, si sarebbe dovuto riservare al Mezzogiorno almeno il 40% dei fondi. In realtà, nel documento di approvazione del PNRR italiano, il Consiglio dell'Ue nel Fascicolo interistituzionale n. 2021/0168 (NLE) dell'8 luglio 20219, relativo all'approvazione della valutazione del piano dell'Italia, ha indicato più volte il 37% quale quota dei fondi da destinare al Sud. Che poi, in concreto, tale aliquota non sia rispettata è altro discorso. Si scopre, però, tra l'altro, che le opere relative all'alta velocità/capacità, nonostante l'arretratezza del Mezzogiorno, attestata anche dall'Europa, non vengono considerate ai fini della quota dovuta al Mezzogiorno, perché non territorializzabili. Ed è veramente impressionante guardare attentamente la grafica al 2019 relativa ai collegamenti ferroviari tra i principali centri urbani dell'Ue. Da tale cartina si evince che Cristo (alias alta velocità) non è riuscito ad arrivare a Eboli13, bensì si è fermato a Napoli. Insomma, come di consuetudine, si proclamano misure in favore del Mezzogiorno che, in pratica, non lo sono o in misura ben minore del previsto. D'altronde, non è un fenomeno nuovo perché, come è stato dimostrato con numeri ben precisi, confortati peraltro dalla Corte dei Conti, si è sempre operato così e, in particolare, negli anni Ottanta. Per non parlare della stampa che fa da megafono ai proclami dei fondi stanziati in favore del Mezzogiorno, come accaduto, ad esempio, con gli ultimi ministri, senza poi verificarne l'effettiva spesa.

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