Bruce Lee. L'avventura del Piccolo Drago
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Nelle arti marziali, come nel cinema d'azione, c'è un prima e un dopo Bruce Lee. L'ibridazione tra stili di combattimento diversi, la rinuncia alle forme codificate, l'economia cinetica: sono alcuni degli elementi che i fighter contemporanei hanno ereditato da lui. Il Neo di Matrix, Jason Bourne o un Bond del terzo millennio: sono tutti nel solco del «Piccolo Drago». Qualsiasi action movie di oggi ha un debito con le sue straordinarie coreografie, anche se nessuno è più riuscito a infondere in uno scontro fisico la stessa profondità spirituale. Figlio di un cantante dell'opera cantonese e di una donna eurasiatica, Bruce Lee aveva nei geni sia il senso dello spettacolo sia la capacità di pensare fuori dai canoni, oltre la tradizione. Attore bambino a Hong Kong, studente di wing chun, ballerino di cha cha cha, poi emigrante, inventore del jeet kune do, coach di campioni dello sport e stelle di Hollywood, da Steve McQueen a Sharon Tate, da Kareem Abdul-Jabbar a Chuck Norris. La sua vita è stata più avventurosa di un film, sospesa tra due culture, segnata dalle discriminazioni e poi da un successo irripetibile, spezzato sul più bello da una morte ancora velata di mistero. Con una ricerca meticolosa, attenta a evitare mistificazioni e aggiornata alle centinaia di testimonianze di allievi, colleghi, registi, amici e familiari, Michele Martino ci offre un ritratto intimo e avvincente di Bruce Lee, il più completo mai pubblicato in Italia, e uno studio sorprendente sui segreti della sua arte.
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