Vestivo le bambole. La sarta di paese che conquisterà la città della moda. Vol. 1
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
Vestire le bambole era un gioco, una passione travolgente insita nel mio DNA. Iniziai a vestirle quando avevo poco più di 3 anni, mentre il Paese si liberava dall'occupazione nazi-fascista e si respirava aria nuova con l'entusiasmo di ricostruire i paesi sulle rovine della guerra, ricreare lo spirito e la voglia di creare bellezza. Facevo parte di due grandi famiglie, quelle dei miei genitori, ubicate in due paesi confinanti sulle montagne dell'Aspromonte: Delianuova e Scido, quasi tutti falegnami. Anche mio padre era artigiano, a largo spettro, un vero tuttofare. Questo libro autobiografico si sofferma a lungo sulla saga familiare, che si intreccia col mio percorso e le mie conquiste: la scuola e la passione della sartoria. Nell'immediato dopoguerra i piccoli paesi vivevano il fenomeno dello spopolamento a causa della miseria e della mancanza di lavoro, e il flusso migratorio riprese verso l'America, il Nord Europa, poi verso il settentrione, sulla spinta del boom economico. Anch'io dovetti migrare, dopo la morte di mio padre, alla volta di Torino, Città della Moda, che già conoscevo per aver frequentato la scuola di sartoria. Anch'io dovetti inventare il mio futuro.
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