Eutanasia di una mera utopia. Spaccati di vita paesana tra sogni e realtà
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Prezzo online: € 26,50
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ISBN:
9791221454642
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Editore:
Youcanprint
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Genere:
Storia Locale
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Dettagli:
p. 428
Non Disponibile
Spese di spedizione: 3,49 €
Contenuto
Il libro parla di un progetto di vita, a lungo perseguito, vagheggiato pur di veder rinascere il proprio paese, situato nell'area sud occidentale della Basilicata, dalla sua struggente agonia, conclamata da tutti, con l'obiettivo unico di riportarlo ai fasti di un tempo passato, ormai lontano. Interessante, grazie ai suoi probabili contatti con le colonie greche o addirittura per essere stato abitato dai Greci, come dimostrerebbe l'impianto prettamente difensivista, nel processo di ellenizzazione del territorio, anche se poche sarebbero le fonti storiche che accerterebbero queste rilevanti tesi. Mentre, come avvalorato ampiamente dai tanti documenti rinvenuti, avrebbe avuto il massimo del suo splendore intorno all'anno mille, dopo il decreto emanato dall'imperatore di Costantinopoli Leone III che proibiva il culto delle icone religiose in oriente, a causa del quale, tra il settecento e l'ottocento, migravano nell'Italia meridionale un numero smisurato di monaci. Uno di questi era Zosimus, il quale risalendo i fiumi Sinni e Sarmento che al tempo erano navigabili, arrivava all'incrocio tra due fiumi, Lappio e Fiumicello, dove trovava i resti evidenti di un'antica città greca risalente al IV - V secolo a.C. Colpito dall'incanto di quel posto, si stabiliva alla base di una piccola collina, a forma di tronco tagliato, al cui apice erano ubicati i ruderi di quell'antica civiltà, là dove oggi si trova il moderno abitato di Cersosimo. Conoscendo bene l'arte della coltivazione della terra, iniziavano a dissodare le terre circostanti e a renderle produttive, oltre a fare un importante lavoro di erudizione del popolo, grazie alle loro immense conoscenze, soprattutto della cultura araba.Quella di Kyr Zosimo, nome con il quale veniva indicato quel piccolo lembo di terra, era diventata una vera e propria cittadella, dove i monaci davano lavoro ai bisognosi, ai poveri e gli orfani, riconosciuta e apprezzata da tutti i conquistatori di quelle terre che ne ammiravano l'immenso valore. Malgrado il nobile proposito, quello di operare concretamente sul territorio, per mutare il devastante ordine delle cose, il tutto è risultato essere, dopo anni, irrealizzabile e per i più svariati motivi, naturali, ma anche assurdi e irrazionali, causati soprattutto dalla negligenza dei suoi abitanti, incapaci di reagire, anche al cospetto di una fine così vicina. Al punto tale da instaurare il desiderio di fine, di eutanasia indotta di un sogno, di quella che sin da principio è sembrata essere un'utopia, un'illusione della mente, estasiante solamente a sognarla, non per questo da non rincorrere. Ma che non potendosi realizzare, converrà all'anima reprimerlo, pur di ottenere sollievo dopo aver ripulito la coscienza in pena, altrimenti si potrebbe correre il rischio di soffrire e di star male, rammaricato per quanto poteva essere e non è mai stato. La prima parte del libro tratta tutti i motivi che hanno portato a covare la brama di eutanasia, nonostante le premesse fossero state sempre incoraggianti, grazie ad un lungo e manifesto lavoro sul campo, prodotto dai tanti giovani del posto, riunitesi in cooperative e associazioni culturali, come dalla dottrina di un parroco o dalla speranza generata da un sindaco rivoluzionario. Oltre che da sogni, quello dello zio venuto direttamente dall'America, protagonista di una rinascita solo fantasiosa, quello dell'esistenza di un'antica città nascosta sotto i ruderi dell'antico abitato, infine, quello riguardante l'ultimo appello del Signore, fatto recapitare ai cittadini da un messo, prescelto solo per la sua umiltà. Per finire con i pianti di un padre, costretto ad abbandonare la propria terra per motivi di lavoro e per dare sostentamento alla propria famiglia, attraverso il mezzo della poesia grezza, quella dettata direttamente dal suo cuore...
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